«Dopo l’exploit di Realismo capitalista, Mark Fisher si conferma con Spettri della mia vita il nostro più grande e fidato navigatore in questi tempi fuor di sesto, attraverso tutti i loro brividi e squarci, in mezzo a tutte le loro apparizioni e spettri, passati, presenti e futuri». Così scriveva perfettamente David Peace, all’uscita dell’edizione originale di questo libro. Spettri della mia vita intreccia indissolubilmente pubblico e privato, cogliendo Mark Fisher nei suoi momenti più intimi e scoperti. La critica culturale sconfina in analisi esistenziale e cultura pop, «di massa», si incarna nel singolo, che vive nella sua concreta esperienza i fenomeni di cui scrive. Tra letture di Sebald e Peace, ascolti di Joy Division e Burial, visioni di Stalker e Inception, Fisher, tassello dopo tassello, connessione dopo connessione, compone una mappa del sentimento individuale e collettivo.
Spettri della mia vita è l’opera ardita di un uomo nato sotto Saturno che …
«Dopo l’exploit di Realismo capitalista, Mark Fisher si conferma con Spettri della mia vita il nostro più grande e fidato navigatore in questi tempi fuor di sesto, attraverso tutti i loro brividi e squarci, in mezzo a tutte le loro apparizioni e spettri, passati, presenti e futuri». Così scriveva perfettamente David Peace, all’uscita dell’edizione originale di questo libro. Spettri della mia vita intreccia indissolubilmente pubblico e privato, cogliendo Mark Fisher nei suoi momenti più intimi e scoperti. La critica culturale sconfina in analisi esistenziale e cultura pop, «di massa», si incarna nel singolo, che vive nella sua concreta esperienza i fenomeni di cui scrive. Tra letture di Sebald e Peace, ascolti di Joy Division e Burial, visioni di Stalker e Inception, Fisher, tassello dopo tassello, connessione dopo connessione, compone una mappa del sentimento individuale e collettivo.
Spettri della mia vita è l’opera ardita di un uomo nato sotto Saturno che affrontava ogni giorno i suoi fantasmi, è il racconto struggente di uno scrittore e critico geniale che sentiva la nostalgia del futuro. E di quel futuro non riusciva talvolta più a scorgere il profilo, nel deserto della retromania, del realismo capitalista e della psicofarmacologia.
As always, Mark's writing is superb and honest. Reading through Mark's work one thing became very clear. He cared a lot. You can feel it in this work, too. The problem is, I was not invested in any of the topics. I haven't consumed a lot of the media Mark discussed, but I have this lingering feeling that even if I had, there wouldn't have been much for me to enjoy in Mark's analysis. In my opinion, only the first 3 essays are worth a while, and the rest of it is just downhill from there.
K-Punk's inimitable talent in connecting the most crucial junctions of our socio-economic being with the most acute experiences of our cultural creation and consumption is displayed in Ghosts of My Life as vividly as in Capitalist Realism, if from a different angle. It is a reminder of how much we miss his ability of capturing and raising traces of material reality on artistic work, in references to a "failure of the future" in works of music and cinema.